Il tempo a Leinì fra il 1894 e il 1910

di Toni Balbo

Tanto per divagare un po’, parliamo del tempo (meteorologico): non ci sono più le mezze stagioni, una volta nevicava di più, non c’è più la nebbia di una volta e via di questo passo.
Il nostro bravo Secondo Cravero, nel suo diario, del quale ho riferito più volte, annotava anche gli eventi atmosferici più clamorosi che si sono verificati a Leinì fra il 1894 ed il 1910.
“Nell’anno 1894, venendo il 1895, ha fatto un freddo rigidissimo. Ha cominciato poi a nevicare dall’8 gennaio fino al 14. Sono caduti cm. 65 di neve. Il giorno più freddo è stato il 7 febbraio ed è durato fino al giorno 18. Il giorno 9 marzo il sole ha cominciato a farsi sentire un poco, il giorno 10 è venuta una pioggia fitta, fitta. La sera nevicava, il giorno 11 nevicava e pioveva, sotto il mio tetto vi era ancora il ghiaccio il 15 marzo.
Il 23 novembre dell’anno 1895 si mise a nevicare verso sera, alle ore 5, ha nevicato tutta la notte, il 24 tutto il giorno, è venuta alta 55 cm, dopo si mise a fare un freddo straordinario.
Cominciò a venire pioggia dal mese di maggio del 1896, ha guastato molto fieno, dopo si mise a fare bello, hanno ritirato il raccolto del grano benissimo, dopo si mise di nuovo a piovere, due o tre giorni poco sole, con nuvoloni e piovaschi, dopo di nuovo pioggia. Ha guastato molta ricetta (secondo taglio del fieno), molto terzuolo (terzo taglio del fieno), molta meliga.
Nel mese di agosto ha cominciato a piovere il giorno 6 sino al giorno 12, con temperatura fredda. Si mise di nuovo a venir pioggia il 19, tutta la notte, tutto il 20, 21, 22, ha sempre piovuto.
È ricominciato a piovere il 30 settembre, è piovuto fino al 10 ottobre. Ha fatto bello due giorni, dopo si mise di nuovo a piovere sino alla fine di ottobre.
Insomma continuava sempre a venire pioggia sino a tutto il mese di gennaio 1897, il sole si faceva vedere pochissimo per la gran quantità di nuvole che lo coprivano.
Piogge. È cominciato a venire pioggia il 17 maggio 1898, ha piovuto fino al giorno 28, tutti i giorni pioveva. Ha guastato molto fieno, si mise a fare bello il 29 dopo mezzogiorno sino al 31. Il primo giugno sino al 3 ha fatto belle giornate, con vento fresco, il giorno 4 nuvoloso e continuò a fare cattivo tempo il 14, 15, 16, 17 sempre pioggia. Il 18,19, sole, il 20 poco nuvoloso, cattivo tempo fino al 29, il 30 ha fatto sole, dopo ha fatto bello sino al 27 settembre.
Uragano. L’8 settembre dell’anno 1899 ha fatto un gran temperio con vento impetuoso, grandine e grande pioggia che devastò le campagne, sradicando migliaia e migliaia di piante.
Freddo. Nell’anno 1901 gennaio senza freddo. Il 1° febbraio si mise a nevicare, dopo, un freddo straordinario fino a 17 gradi sotto zero.
Inondazione. Nell’anno 1901 il 1° ottobre si mise di nuovo a piovere verso le ore 3 dopo mezzogiorno, tutta la notte, tutto il giorno 2, sempre pioggia, il giorno 3 veniva tanto forte che in Leynì verso mezzanotte una gran parte di famiglie hanno dovuto alzarsi e ripararsi dall’acqua che gli veniva nelle stalle e nelle case. In Piemonte ha devastato molte campagne, molti proprietari nel Monferrato non hanno più potuto raccogliere l’uva, avendo dovuto lasciarla marcire attaccata alla vite, i fiumi e i torrenti sono venuti tanto ad ingrossarsi portando via ponti, strade, case, ferrovie. In Italia è stata una desolazione per tutti. Tante persone hanno avuto da perire per essere trascinati dalle acque e scomparsi. La Dora a Torino è venuta talmente grossa che la corrente andò nel ballone (Balon, via Borgo Dora). Nella città di Torino i danni superano le 800 mille lire. Il fiume Po ha rotto l’arginatura passato Settimo, una parte del fiume si precipitò verso la tenuta Isola (fra Settimo e Brandizzo), nella borgata di Mezzi Po di Settimo circa 500 persone erano assediate dalle acque del Po, hanno fatto servizio con barche per portarli fuori dal pericolo. Questo disastro sono stato io a vederlo insieme al mio amico Alovisio Luigi. Il signor Veriglio, proprietario della polveriera che si trovava vicino ai Mezzi Po di Settimo, ha avuto la disgrazia che le acque del Po gli hanno portato via la fabbrica con tutto il macchinario, il danno calcolato in 100 mille lire. In Chivasso le acque del Po, essendo molto ingrossato, sono andate sino sul mercato del bestiame, cha a ricordo dei vecchi non hanno mai veduto una inondazione simile.
Gelo. nell’anno 1903, mese di aprile, ha fatto un gran gelo che rovinò tutta la frutta, la segale, il grano, il fieno, la foglia dei gelsi tutta perduta (serviva per l’allevamento del baco da seta), però il grano e il fieno si è ancora fatto un bellissimo raccolto, la segale pochissimo.
Siccità, nell’anno 1906 ha fatto una siccità lunghissima, ha piovuto pochissimo, si può dire nulla, si è raccolto il fieno senza una goccia d’acqua, grano, segale senza acqua, si è seminato la meliga quarantina che faceva polvere nei campi, ha poi piovuto un poco per farla nascere, dopo sempre bello con sole, non ha più piovuto sino al mese di novembre. Il grano è poi nato, si è seminato tutto senza pioggia.
Nel 1907 piovve dal 26 settembre fino all’11 novembre, in tutto il tempo ha fatto poco sole, quasi tutti i giorni pioveva, non potendo seccare la meliga e nemmeno seminare il grano, si è poi seminato dopo.
Nel 1909 si mise a nevicare il 9 febbraio, è venuta tanta neve che durò fino a tutto il mese di marzo.
Gelo. La notte del 2 maggio 1909, per il gran vento che soffiava da tre giorni, ha gelato tutti i raccolti, patate, segale, viti, grano, frutta, ortaggi, la foglia dei gelsi, tutto è andato perduto. Dopo questo disastro, ha fatto una lunga siccità, di grano se ne è ancora fatto, segale pochissima, fieno pochissimo.
Inverno 1909 – 1910 senza freddo, qui in Leynì non ha fatto niente ghiaccio e non ha nevicato, ha poi piovuto il 18 marzo. Il 31 marzo si mise a nevicare. Ha nevicato tutto il giorno e tutta la notte senza tregua. La neve si è sciolta in tre giorni in seguito alla pioggia caduta, seguitò a fare brutto tempo e freddo fino al 17 aprile”.
Con questa testimonianza i lettori potranno argomentare nelle discussioni con gli amici se il tempo è cambiato oppure no. Il lasso di tempo descritto da Cravero è di appena 16 anni, statisticamente breve, ma è sufficente per confermare il vecchio detto: “‘l temp a fa come ca voeul”, il tempo fa come vuole.

Dalla galleria fotografica della Circoscrizione IV della Città di Torino
Dora Riparia, Parco della Pellerina – Torino
La piena del 29 maggio 2008 (ore 18.30) e il livello dell’alluvione del 4 ottobre 1901
all’imbocco del canale della Pellerina