La vegetazione nel territorio di Leynì

di Toni Balbo
Per gli appassionati di botanica segnalo un pregiatissimo lavoro svolto dai tecnici dell’Orto botanico di Torino fra il 1888 ed il 1913, data della sua pubblicazione. Si tratta della catalogazione di tutte (proprio tutte!) le piante spontanee e coltivate che sono state rilevate nel territorio di Leinì.

La vegetazione nel territorio di Leynì (Torino)
nei rapporti colla coltura agraria.
Memoria del Cav. E. FERRARI Conservatore del Regio Orto Botanico.
TorinoVincenzo BonaTipografo della Real Casa – 1913

Il catalogo floristico che forma oggetto di questa nota è stato redatto col duplice intento di presentare uno specchio, quanto più esatto possibile, di un tratto della pianura piemontese, il quale comprendesse i tipi principali di terreno che sono caratteristici del distretto Padano; e di mettere in evidenza quegli elementi floristici, sia spontanei che avventizi, i quali meritassero di essere conosciuti per la loro importanza pratica. Per far ciò era necessario sottoporre a ricerche condotte sistematicamente un distretto facilmente accessibile, e prolungare le indagini per un tempo abbastanza lungo da garantire, nei limiti del possibile, la completezza del censimento compiuto (1).
E pare a me che l’esame fatto ed il catalogo floristico raccolto del territorio del comune di Leynì rispondano a queste due condizioni.
(1) Le specie elencate nel presente catalogo furono raccolte da me e dal dott. cav. F. Vallino in una serie di erborizzazioni durate, si può dire, ininterrottamente dall’anno 1888 ad oggi, cioè per un periodo di circa ventiquattro anni.
I naturalisti dell’Istituto Botanico di Torino ed in particolar modo lo scrivente, possiedono poi, nel centro stesso della regione studiata, un collaboratore solerte ed un amico prezioso. Se infatti all’acume ed all’attività botanica del dott. cav. Filippo Vallino sono dovute le prime rivelazioni sull’interesse floristico della Vauda, al suo illimitato amore per la flora piemontese in genere e per quella in ispecie delle regioni ove da trent’anni esercita la sua nobile e caritatevole missione, nonché alla sua fraterna ospitalità per tutti i botanici che capitano a Leynì, è da farsi merito se il territorio del comune è stato, negli ultimi tre decenni, frugato con una minuzia, della quale probabilmente pochi distretti botanici possono vantarsi. E, come sempre, anche in questo caso la diligente ricerca ha trovato il suo premio in scoperte pregevolissime: principale fra tutto quella dell’Isoëtes Malinvernianum, che proprio nella Vauda di Leynì, fu raccolto per la prima volta fuori della sua stazione classica”.

Per ogni pianta viene citato il nome botanico, il luogo della sua presenza a Leinì e in altre località piemontesi. Eccone un esempio:
Osmunda regalis L. – var. Plumierii Tsch. – In un bosco lungo il canale verso la cascina Fugnole – Altre località Piemontesi: Givoletto lungo il Rio du Bat sopra La Cassa, Stupinigi a Parpaglia, Selve di Montenotte, Monte Bracco sopra Envie.
Alcune curiosità:
– vengono rilevate ben nove varietà di orchidee;
– 16 erano le piante considerate rare;
riassumendo, il totale delle specie raccolte nel territorio di Leinì sarebbe:

Classe

Specie n.

Varietà n.

Dicotiledoni

561

27

Monocotiledoni

171

13

Gimnosperme

1

0

Crittogame vascolari

17

2

Totali

750

42

L’unica pianta appartenente alla classe delle Gimnosperme (conifere) è lo Juniperus communis – volg. Ginepro – presente nei gerbidi della Vauda.
Questo lavoro di catalogazione è prezioso perché ci restituisce in modo scientifico l’habitat naturale del nostro comune a cavallo fra il 1800 ed il 1900, che è stato poi profondamente modificato dalle attività antropiche più recenti.
Molte piante non sono più presenti mentre molte altre sono state introdotte, le zone umide ricche di biodiversità, presenti grazie alle risorgive e ai fontanili, sono quasi scomparse, le falde acquifere superficiali si sono abbassate, l’inquinamento è cresciuto a dismisura, prosegue la morìa di alcune specie autoctone iniziata negli anni ‘60 con gli olmi, seguita dai noci e ora le robinie ed i ciliegi e … chissà quante altre.

La copertina del prezioso lavoro

Il teatro a Leinì nel 1915

di Toni Balbo

In occasione dell’inaugurazione del restauro del porticato mercatale di piazza Vittorio Emanuele II, trasformato in locale polivalente, mi fa piacere ricordare che già in un’altra occasione il porticato fu adibito a teatro. Era il 1915 e fu realizzato dagli artigiani di Leinì affinché si tenessero delle rappresentazioni per la raccolta di fondi, in aiuto alle famiglie dei soldati impegnati nel conflitto bellico della prima guerra mondiale. Continua a leggere Il teatro a Leinì nel 1915

Eleonora Duse a Leinì

di Toni Balbo

Eleonora Duse (Vigevano 1858 – Pittsburgh 1924) fu una grande attrice drammatica del teatro italiano, famosa in tutto il mondo per le sue interpretazioni delle opere più struggenti, tanto da essere chiamata “la tragica”!
Interpretò anche opere di Gabriele D’Annunzio con il quale ebbe un tormentato rapporto.Duse 1Ebbene, quando la Duse, già famosa, partorì nel 1882 la sua unica figlia Enrichetta, era a Torino e considerati i suoi impegni teatrali fu costretta a “dare a balia” la neonata.
Per intervento della contessa Ciarvini, con la collaborazione del sindaco di Leinì cav. Bonis, del medico cav. Vallino e del parroco don Ferrero, venne scelta la moglie di Carlo Bianco, Maria, contadina della borgata Roveglia che aveva avuto da poco una figlia. Il dott. Vallino affermava che “Maria era prosperosa e aveva latte non per due, ma per una mezza dozzina di bambini”. Continua a leggere Eleonora Duse a Leinì