La “buseca” di Leinì

di Toni Balbo

Ci stiamo avvicinando ai mesi della stagione invernale e mi viene in mente come in passato anche la cucina si adattasse ai prodotti dell’orto presenti in quel periodo.
Oggi si è persa la stagionalità: i prodotti di stagione ci sono tutto l’anno, per cui si possono cucinare tutti i prodotti dell’anno in qualsiasi periodo dell’anno. Dal punto di vista culinario non ci sono più le stagioni (figuriamoci le mezze stagioni!).
Negli anni cinquanta del secolo scorso, in questo periodo, irrompevano sulla tavola i cavoli e cavolfiori, le castagne, le rape (che odiavo), i finocchi, i radicchi, le patate, le zucche, ecc.
Il piatto che non mancava mai era il minestrone, fatto appunto con le verdure di stagione e con quelle conservate come i fagioli, al quale nei giorni di festa si aggiungeva una buona dose di trippa bovina tagliata a pezzettini: era il piatto tipico delle nostre zone chiamato “buseca”.
Piatto povero, tipico delle comunità rurali, considerato anche il piatto “del povero”, il piatto di minestra che non si rifiutava a nessuno.
Ed è proprio per ricordare questa simbologia che, in occasione del carnevale, il Gruppo Alpini di Leinì, guidato da Giuseppe Caviglietto, organizzava la distribuzione gratuita della buseca alla popolazione leinicese.
Grazie alla sig.ra Vanna vi propongo tre immagini di quella benemerita iniziativa svoltasi il 12 febbraio del 1956.

Il momento della preparazione della buseca. Al centro Giuseppe Caviglietto
Ci si prepara alla distribuzione. La buseca veniva distribuita nei “barachin”, contenitori di latta tipo secchiello costruiti per l’occasione dall’officina Caviglietto. Il cartello indica che la cucina è alimentata con il Liquigas.
Una panoramica della distribuzione sotto il porticato della piazza. Il cartello fra lo scarpone ed il cappello alpino recita: “la büseca benefica ‘d j’Alpini – carlevè 1956
”.