Architettura minore a Leinì

di Toni Balbo

Che sia un perito agrario ad occuparsi di architettura, seppur minore, lo trovo perlomeno singolare, mi sono imbattuto però in stalle di edifici più o meno antichi di Leinì che con l’agricoltura e l’allevamento c’entrano eccome.
Sono manufatti che risalgono probabilmente al 1700 – 1800 in edifici tipici di quell’epoca composti dal cosiddetto fabbricato civile con annesso fabbricato rurale. Di solito appartenevano a famiglie benestanti che vivevano delle rendite che il fondo agricolo condotto da mezzadri forniva loro.
A Leinì erano decine le grandi cascine con tale impostazione gestionale come ad esempio la Becca, lo Strello, il Trucco, la Musica, San Lorenzo, ecc.
Ma veniamo alle costruzioni: ne ho trovate un paio che hanno delle stalle con il soffitto fatto da grosse travi solitamente di rovere, ma anche di larice, dal diametro di una trentina di centimetri, distanziate tra loro di circa 50 – 60 centimetri, raccordate da un voltino di mattoni. La lunghezza delle travi è di almeno sei metri, per cui le stalle risultano larghe e spaziose. Tale struttura, che appare sovradimensionata, era necessaria perché doveva sorreggere il fienile soprastante.
Questo tipo di costruzione comporta un grande dispendio di legname, si pensi che dovevano essere abbattute 18 piante di alto fusto per fare 10 metri di stalla, per il ricovero di sedici – diciotto bovini adulti!

Il soffitto delle stalle antiche

Nelle cascine più piccole i soffitti delle stalle, così come quelli delle stanze, erano fatti di mattoni disposti a vela o a padiglione che non consentivano però la realizzazione di grandi spazi.
L’introduzione delle putrelle in ferro a doppio T, con le quali sono costruite le stalle che troviamo ancora oggi nelle cascine, sono datate dal 1850 in poi. Sono sempre raccordate con un voltino di mattoni, ma sono distanziate di circa un metro.
Proviamo a fare qualche congettura. In quello stesso periodo in Italia si sviluppa la rete ferroviaria. Per le traversine dei binari dei treni viene usato il legno di essenze molto dure come il rovere, si dice che siano state disboscate intere regioni italiane per tale uso.
Intanto la siderurgia compie passi da gigante: le rotaie dei treni sono fatte di ferro dolce a doppio T, fare le putrelle per le costruzioni a questo punto diventa uno scherzo.
La forte richiesta di legname per le traversine ne fa aumentare il prezzo e comincia ad essere conveniente usare le putrelle di ferro che hanno anche altri vantaggi costruttivi.
E fu così che l’avvento del treno ha fatto costruire le stalle in modo diverso!